
La scorsa settimana sono stati eletti 13 Consigli Regionali, analizzando gli eletti emerge il basso numero di donne elette: sono solo due le donne presidenti e poche le elette, con due regioni con soli consiglieri uomini: Calabria e Basilicata. Rispetto alle elezioni del 2005 c'è stato un piccolo aumento di elette dal precedente 11,7% poco oltre il 13%, ma il dato rimane sensibilmente al di sotto della percentuale del Parlamento nazionale, che è vicina al 20%. L'aumento percentuale è dovuto soprattutto all’anomalia della Campana, dove le donne elette al Consiglio Regionale sono passate da due a quattordici su sessanta (dal 3,3 % al 23,3%). Questo risultato arriva grazie alla nuova legge elettorale regionale (ogni regione può darsi una propria legge regionale) che prevede la doppia preferenza di genere: se l’elettore esprime due preferenze, una delle due deve riguardare un candidato di genere maschile e l’altra un candidato di genere femminile della stessa lista, pena l’annullamento della seconda preferenza (come quella utilizzata per l'elezione dei coordinatori di circolo del PD nel 2008). Insomma, la doppia preferenza di genere sembra aver funzionato nel rafforzare la presenza e la partecipazione delle donne nelle istituzioni politiche (in questo caso il Consiglio Regionale) e una rappresentanza anche di genere.
E il PD?
Le elette del PD sono state tristemente poche, nessuna nel Lazio, perché così poche, nonostante l’impegno del partito nella rappresentanza di genere (basta pensare alle primarie con le liste bloccate e con alternanza di genere)
E in Valle?
Su 35 consiglieri regionali sono 5 le donne consigliere (poco più del 14%) mentre la nostra legge elettorale prevede che in ogni lista di candidati all'elezione del Consiglio regionale ogni genere non può essere rappresentato in misura inferiore al 20 per cento.
Tra poco usciranno usciranno i nomi dei candidati alle prossime comunali del 23 Maggio e il 24 scopriremo quante saranno le elette, e quante nelle giunte comunali …
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