venerdì 25 novembre 2011

STOP! Diciamo basta alla violenza sulle donne.

NOVEMBRE 1960, in una strada di montagna della Repubblica Domenicana, le sorelle Mirabal, mentre si recavano a far visita ai loro mariti in prigione, furono bloccate sulla strada da agenti del Servizio Militare di Intelligenza. Condotte in un luogo nascosto nelle vicinanze furono torturate e strangolate, per poi essere gettate in un precipizio, a bordo della loro auto, per simulare un incidente. Nel 1999 l'Onu ha proclamato il 25 novembre Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Circa il 70% della popolazione femminile mondiale dichiara di aver subito una forma di abuso o violenza nel corso della propria vita. E’ un fenomeno che non conosce ostacoli: attraversa culture, popolazioni, religioni, confini. I dati istat ci dicono che in Italia sono quasi 7 milioni le donne tra i 16 ed i 70 anni che hanno subito violenza fisica o sessuale nel corso della loro vita, pari al 31,9 per cento: circa 5 milioni hanno subito violenze sessuali (23,7 per cento), quasi 4 milioni violenze fisiche (18,8 per cento) – di cui 1 milione ha subito stupro o tentato stupro.

Nel 2009, in Valle d’Aosta al pronto soccorso si sono presentate 153 vittime, circa 40 in più rispetto al 2006. Questi dati, dice il rapporto, sono di difficile interpretazione, perché mostrano un volto della Regione inatteso, rispetto al livello di benessere complessivo che si registra. Si tratta di un segnale di incremento della violenza o, piuttosto, di una maggiore emersione del fenomeno, forse sospinta dalla fiducia nelle organizzazioni che si propongono di sostenere le vittime? Infatti, molti sono i soggetti in Valle che si sono attrezzati per offrire tutela alle donne che, con coraggio, denunciano gli abusi e le violenze. Questi centri offrono servizi di ascolto, supporto psico-sociale, prima accoglienza, soccorso medico e consulenza legale. Sono soggetti che si stanno interrogando sulle dinamiche che producono questa violenza e riflettono sulle situazioni, anche se sulla base di pochi casi. Ad esempio, le donne che, nel corso dell’ultimo anno, si sono rivolte all’Arcolaio sono coniugate (6 casi su 8), tutte con figli; hanno subito prevalentemente violenza psicologica ed economica, ma anche percosse e molestie sessuali. Ai Carabinieri di Aosta sono arrivate 8 chiamate per violenza fisica e 1 sessuale; di queste chiamate 6 erano di donne giovani tra i 25 e i 34 anni. Altre 24 donne hanno contattato il Centro Donne contro la violenza. Con 19 di queste donne sono stati fatti dei colloqui e a 15 di loro è stata offerta una consulenza legale. Le statistiche elaborate su questi pochi casi ci mostrano ancora un quadro di violenze che tocca età e strati sociali diversi e che è poco visibile dall’esterno. Si tratta, infatti, di violenze che per la loro natura - psicologiche (18 donne) ed economiche (10 donne) – non implicano necessariamente manifestazioni evidenti. Sono coinvolte nella maggior parte dei casi donne italiane (68%), tra i 35 e i 44 anni (41%), coniugate (65%) con figli (78%). Donne che arrivano alla denuncia solo dopo periodi molto lunghi di abusi subiti (nel 39% dei casi la violenza dura da 3 a 5 anni, mentre nel 22% dei casi dura da oltre 10 anni). É necessario avere, in ogni caso, presente che la violenza, con particolare riferimento a quella domestica, non è un fenomeno che trova le sue origini in una specifica condizione sociale, etnica o di livello di istruzione, ecc., ma è un problema che tocca tutti gli strati sociali. Ciò rende ancora più difficile intercettare le vittime e, soprattutto, i molestatori.

Diciamo basta ad una deriva culturale che vede la donna come un oggetto e troppo spesso sfocia in maltrattamenti ed omicidi. La violenza è la manifestazione estrema ed inaccettabile di una cultura di sopraffazione, di una discriminazione profonda delle donne, di una incapacità di accettare la loro libertà e autonomia.

E’ importante che il 25 novembre sia giornata di promozione di una nuova cultura di rispetto. Ma il nostro impegno è quotidiano: ogni giorno i Giovani Democratici si spendono nelle istituzioni e nella società per affermare i diritti di tutte le donne.

Fonti:

-sito nazionale dei GD (articolo di Federica Mariotti, responsabile nazionale politiche di genere dei GD)


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