
Sembra proprio un cambiamento di prospettiva, infatti, sparisce il riferimento all’interesse della comunità nazionale e internazionale per la tutela della fauna e ancora il divieto decennale di cacciare nelle aree percorse dal fuoco (territori sensibili che dopo un incendio vanno protetti di più per farli tornare il prima possibile alla situazione precedente) e il divieto di caccia automatico nelle foreste demaniali. Questa proposta sembra più aprire la via a una liberalizzazione della caccia più che alla sua regolamentazione.
Inoltre, la proposta non prevede più le specie superprotette (lupi, orsi, cicogne e altri), che non avranno più le particolari protezioni previste, nonostante esista ancora il grave pericolo per la sopravvivenza di queste specie.
Ancora per quanto riguarda i richiami vivi, in altre parole uccelli in gabbia per attirarne altri, scompaiono le strette limitazioni al loro uso.
Altre cose sono l'apertura alla caccia sulle rotte migratorie e l'abbassamento dell'età minima per ottenere la licenza di caccia (da 18 anni a 16) e verranno punite le regioni che proteggono oltre il 30% del loro territorio, indipendentemente dalle caratteristiche della regione.
La distanza tra le forze politiche di destra e quelle di sinistra c'è ancora ed è anche grande sui temi ambientali, come dimostrano anche gli accordi di oggi tra Sarkozy e Berlusconi per la costruzione di centrali nucleari nel nostro paese con la tecnologia francese.
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