
Possibile soluzione per migliorare la democrazia e aumentare la partecipazione politica dei cittadini e renderla più efficace? Le doparie!
Cosa sono le doparie? Le doparie sono un progetto scientifico sul benessere dei cittadini e vera democrazia rappresentativa partecipativa. Una proposta politica di consultazioni tra elettori da svolgersi dopo le elezioni per coinvolgere i cittadini nelle decisioni rilevanti per i partiti, di destra e sinistra. Come attraverso le primarie gli elettori e gli iscritti di un certo partito scelgono il loro leader o candidato, così attraverso le doparie gli stessi possono dire la loro su temi concreti e decisioni da prendere, dopo le elezioni. Non spaventatevi, non si tratta di un saggio, ma il libro è più vicino ad un romanzo.
LIBRI: LE DOPARIE, ULTIMA SPERANZA DELLE DEMOCRAZIE MALATE (AGI) - Roma, 20 mag. - C'è una scena, triste, che più di ogni altra cosa rappresenta la crisi della democrazia postmoderna: Montecitorio il giovedì pomeriggio. Sembra Piazza Venezia il 15 d'agosto, alle 3 del pomeriggio. Il deserto. C'è una seconda immagine che fotografa quasi altrettanto bene la medesima crisi: Montecitorio, il mercoledì' mattina. I parlamentari ci sono, parlano, discutono, si animano. Dopo un po' si sgonfiano, si afflosciano sui divanetti, si disperdono.
Qualcuno tra i banchi dell'Aula, qualcun altro nelle commissioni o negli uffici. No, non è solo la scarsa presenza dei deputati il male della democrazia, ma l'insostenibile leggerezza del dibattito politico ispirato dal Pensiero Unico: ha svuotato le Camere della loro ragion d'essere, sostituendo quella che i Padri di un tempo avevano denominato centralità istituzionale del Parlamento con un vago - e vagamente teistico - leaderismo. Risultato: segretari o capi carismatici eletti con plebisciti di dubbia affidabilità. che comandano su parlamentari selezionati uno ad uno, come gli asparagi selvatici in mezzo alla cicoria, prima di essere messi in lista per scaldare uno scranno. Deprimente. Eppure questo è esattamente ciò che si voleva evitare, con l'investitura diretta del leader. Come una volta nel ciclismo, qui c'è qualcosa di sbagliato, e c'è molto da rifare. Ecco, suggerisce un giovane ricercatore del Cnr che ha collaborato con le migliori università di mezzo mondo, una soluzione ci sarebbe: le Doparie. Le che?, verrebbe da dire, anche perché, con quel nome, evocano suggestioni di democrazie drogate e imprese sportive naufragate sui verdetti di commissioni mediche e farmacologiche. Le Doparie, certo. Il ragionamento è semplice, quasi elementare, e Raffaele Calabretta lo elabora in un agile libretto intitolato Doparie, dopo le primarie. Lo pubblica Nutrimenti, conta 257 pagine e costa 14 euro, quanto un paio di flaconi di antistaminici.
Basta leggere il titolo per capire l'arcano: le Doparie sono esattamente speculari alle primarie. Nel senso che, tracciando su un foglio di carta millimetrata l'asse delle ordinate che si interseca diligentemente con quello delle ascisse, e ponendo lungo quest'ultimo il momento della proclamazione del leader, si avrebbero ad eguale distanza da esso, in due quadranti diversi, le une e le altre. Fuori dagli schemi della scienza politologica: prima si sceglie in base alle promesse, poi si va a vedere, a distanza di qualche tempo, che ne è stato. Scopo dell'esercitazione: misurare il coefficiente di felicità dell'elettore errante. The Pursuit of Happiness, sognavano già i federalisti americani. Sì, perché altrimenti la democrazia a cosa serve? Esempio di applicazione pratica di questa nuova teoria dei sistemi politici (suggerito a pagina 150 del testo): Chi si ricorda dopo le elezioni del 2008 la promessa di Berlusconi di eliminare il pagamento del bollo auto? Chi rammenta il fatto che Veltroni aveva giustificato la scelta di rompere l'Unione con la necessità di formare con l'Italia dei Valori un gruppo parlamentare unico che portasse avanti un programma condiviso.
Immaginiamo a questo punto la naturale controdeduzione: la solita lamentela alla Guglielmo Giannini, per cui i politici sono tutti una manica di bricconi che ti intortano il discorso per fare quello che gli pare a loro. Errore: le doparie possono anche riservare piacevoli sorprese, sia per l'elettorato attivo che per quello passivo. Il politico o il partito che si sottopongono al procedimento mica devono per forza finire sfiduciati. Al contrario: hanno la possibilità di spiegare le loro ragioni, di dire perché al posto di fare questo o quello hanno fatto dell'altro. E mica è detto che la gente sia sciocca, e partecipi al riesame per il solo gusto di tirare i pomodori. Al contrario: verrebbe doppiamente coinvolta nel processo di selezione e controllo della classe dirigente, con un evidente rafforzamento del legame governanti-governati, e la democrazia trionferebbe. Semplice e chiaro.
Per concludere un'annotazione: Calabretta non scrive un saggio di politologia, pieno di diagrammi che nessuno leggerà mai e ragionamenti che inducono alla catarsi del velopendulo (la parte del palato con cui russiamo). Al contrario, il suo è un racconto che mischia, non senza geniaccio, il saggio con il romanzo con le memorie con gli SMS e i messaggi di posta elettronica. E' la storia, semiautobiografica, di un ricercatore che balla la danza del precario. Ogni ulteriore commento è inutile.
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